Venerdì 19 aprile 2024. Credo che questa sia la giornata più significativa della mia vita.
E anche la più triste.
immagine sintetica elaborata da Max Geraci
___________________________________________________
Sapete, sono un appassionato della piccole coincidenze, degli eventi minuscoli che contengono un universo intero di implicazioni e di significati.
Metafore letterarie, se volete. Ma per la mia mente paranoica questi piccoli eventi acquistano la potenza di un apologo, di un’allegoria, di una minacciosa irridente verità nascosta che si rivela: minime apocalissi.
Al risveglio ascoltiamo come sempre le notizie. Come sempre leggo il notiziario di www.anbamed.it.
“due fosse comuni nel complesso dell’ospedale Shifà. Sono stati riportati alla luce 30 cadaveri, di donne e anziani. Le due fosse comuni sono state scoperte nelle adiacenze del Pronto Soccorso e del reparto di dialisi. Tra i cadaveri sono stati riconosciuti sia malati ricoverati sia personale medico e sanitario. Alcuni corpi erano ammanettati mani e piedi e uccisi con un colpo alla nuca.”
Chiunque non si renda conto del fatto che ci troviamo di fronte a un genocidio la cui crudeltà supera la crudeltà di Himmler e di Heidrich è al di sotto del livello minimo di onestà intellettuale necessario per meritare il mio rispetto. I nazisti si accontentavano di dieci fucilazioni per ogni SS uccisa. I sionisti esigono un sacrificio umano di molte volte superiore.
Continuo a leggere le notizie. Sappiamo che Google ha un contratto per la fornitura di ordigni intelligenti a Israele.
Don’t be evil si è trasformato evidentemente in Got bit Uns.
Il dio bianco, armato di inconfutabili armate di bit, si erge spaventoso all’orizzonte di un secolo destinato a finire presto.
E’ il dio di Israele e della Silicon Valley, quello che ha iniziato un genocidio che non si fermerà a Gaza-Auschwitz, ma è destinato a estendersi progressivamente a territori sempre più vasti. Un genocidio di carestie, di siccità, di temperature infernali, di internamenti e deportazioni di proporzioni bibliche.
Bibliche, appunto. E’ il dio spietato della Bibbia, che si erge all’orizzonte digitale come promessa di sterminio dei non-bianchi. Noi tutti gli apparteniamo. Lo stato germanico, tra tutti il più esperto in genocidio, protegge con il suo scudo i nipoti delle sue vittime, che hanno imparato la lezione e si sono trasformate in sterminatori.
Lo sterminio di Gaza-Auschwitz è teletrasmesso nel mediascape globale. Non si nasconde più lo sterminio, si ostenta perché tutti sappiano, perché voi sappiate, perché voi tremiate, perché obbediate.
Un certo numero di lavoratori Google non hanno obbedito, non hanno accettato il contratto che rifornisce gli sterminatori di Sion di armi intelligenti per il genocidio iniziato e interminabile. Hanno detto di no, firmandosi “No Tech for Apartheid”.
La risposta del Gigante non si è fatta attendere. In un memo inviato a tutti i dipendenti Chris Rackow, direttore della sicurezza globale di Google, scrive:
“Questo tipo di comportamento non ha spazio nella nostra organizzazione e non lo tollereremo.” (qui sotto potete leggere il comunicato nella sua interezza)
Il tono di Rackow è minaccioso, dispotico, inflessibile. Ventotto lavoratori cognitivi dipendenti di Google sono stati licenziati ieri.
Il Padrone Assoluto della mente globale non ammette deviazioni né tentennamenti. Il genocidio è cosa nostra, è la massima espressione contemporanea del dominio bianco declinante ma iper-aggressivo che nel sionismo trova la sua avanguardia.
Fin qui il Grande Mondo. Ora veniamo a quello piccolo. Per timore di un fishing, una settimana fa ho dovuto bloccare la mia carta di credito e successivamente ho dovuto attivarne una nuova. Questo ha impedito il pagamento di qualche utenza. Stamattina mi è arrivata la comunicazione di google one, cui ogni mese pago un euro virgola nove per estendere lo spazio di archiviazione che mi rende possibile continuare l’uso di gmail. Il mese di marzo risulta non pagato, mi dice con tono benevolo il Padrone Assoluto, e mi ingiunge di rimediare alla mia inadempienza.
Nello stesso giorno in cui ventotto cognitari sono licenziati, nello stesso giorno in cui in una fossa comune si trovano i medici e i pazienti assassinati con un colpo alla nuca dagli sterminatori sionisti, il Padrone Assoluto, che rifornisce di congegni intelligenti gli sterminatori, mi chiede gentilmente di pagare il tributo.
L’ho pagato.
E il Padrone Assoluto mi ha risposto immantinente: grazie.
Se non l’avessi pagato non sarei qui a spedire questo inutile patetico commento a un evento minuscolo.
So bene che Seneca avrebbe riempito una vasca di acqua calda e avrebbe chiesto al suo famulus di aiutarlo a recidere le vene, ma non mi pare il caso di aggiungere il melodramma all’orrore.
(Adesso chiederò a Google translator di tradurre rapidamente questo testo).
Ecco il comunicato di Chris Rackow:
Serious consequences for disruptive behavior
Googlers,
You may have seen reports of protests at some of our offices yesterday. Unfortunately, a number of employees brought the event into our buildings in New York and Sunnyvale. They took over office spaces, defaced our property, and physically impeded the work of other Googlers. Their behavior was unacceptable, extremely disruptive, and made coworkers feel threatened. We placed employees involved under investigation and cut their access to our systems. Those who refused to leave were arrested by law enforcement and removed from our offices.
Following investigation, today we terminated the employment of twenty-eight employees found to be involved. We will continue to investigate and take action as needed.
Behavior like this has no place in our workplace and we will not tolerate it. It clearly violates multiple policies that all employees must adhere to — including our Code of Conduct and Policy on Harassment, Discrimination, Retaliation, Standards of Conduct, and Workplace Concerns.
We are a place of business and every Googler is expected to read our policies and apply them to how they conduct themselves and communicate in our workplace. The overwhelming majority of our employees do the right thing. If you’re one of the few who are tempted to think we’re going to overlook conduct that violates our policies, think again. The company takes this extremely seriously, and we will continue to apply our longstanding policies to take action against disruptive behavior — up to and including termination.
You should expect to hear more from leaders about standards of behavior and discourse in the workplace.