26 marzo
Il mediascape globale diffonde le immagini di quattro uomini torturati, volti tumefatti, orecchie mozzate per la vendetta del buon popolo russo e per il sollazzo di miliardi di sadici worldwide.
Pasqua si avvicina, il Papa ha perso la voce, ma l’Orrore non ha bisogno di molte parole. Oggi sono le immagini che parlano, a Mosca, mentre nello stesso giorno, a Gerusalemme, si svolge la festa di Purim.
Nella festa di Purim si celebra la salvezza del popolo ebraico, che grazie a Esther è sfuggito allo sterminio preparato dal malvagio Amàn.
In questa occasione gli ebrei festeggiano con quattro mitzvot (precetti), tra i quali, oltre alla lettura pubblica della Meghillat Esther, è importante L’offerta di cibo ai poveri.
I sionisti, caricaturale perversione di quel che furono un tempo gli ebrei, empiamente preferiscono affamare due milioni di persone, e usano la fame come un’arma di guerra e di sopraffazione.
Ma pur avendo tradito quasi tutto della loro cultura, gli israeliani non hanno perso la voglia di divertirsi, e mettono in scena un osceno carnevale di violenza.
“Centinaia di coloni ebrei israeliani hanno invaso la moschea di Al-Aqsa per la festa del Purim, il carnevale ebraico. Le forze di occupazione hanno cacciato i fedeli musulmani e chiuso i valichi di ingresso per tutta la giornata di ieri, lasciando libero ingresso alle scherzose bravate dei coloni. I militari israeliani sono entrati all’interno delle moschee, calpestando con i loro scarponi i tappeti di preghiera.” (Da: Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo).
Non credo in nessun dio e mi lascia indifferente il sacrilegio di questi infami - che siano i musulmani dell’ISIS, i cristiani del Cremlino o gli ebrei d’Israele -.
Ma vedo qualcosa di orribilmente torvo nell’esibizione mediatica di questi riti tribali, in questo culto barocco della tortura, della morte e dell’umiliazione.
C’è qualcosa di orribilmente torvo, in particolare, nelle modalità in cui si svolge il genocidio israeliano. Appare perduta la gotica severità con cui agivano gli assassini hitleriani, perché il ritorno post-modern del genocidio manca dell’impassibile rigore con cui la belva bionda perseguiva il suo disegno disumano.
Mediatizzato e popolarizzato lo sterminio di oggi suscita l’allegria psicotica degli assassini di Tsahal, ed eccita l’ilare protervia dell’esercito popolare dei coloni.
Recentemente Bezalel Smotrich, Ministro delle Finanze, si è vantato di avere distribuito centomila mitra ai coloni, che da tempo sono abituati alle aggressioni contro gli untermenschen dei territori occupati, e ora si godono il massacro, e si preparano a trasferirsi sulla spiagge di Gaza, pronti a usare se occorre i mitra che lo stato gli ha fornito.
Nell’epoca neoliberale l’Olocausto, rigorosamente nazionalizzato in epoca gotico-hitleriana, diviene ora un’impresa privata cui ci si può dedicare con la famigliola.
Dopo avere assistito ai bombardamenti sulla popolazione civile assisteremo allo spettacolo di un allegro popolo in armi assetato di sangue che massacra un popolo di disperati in fuga.
L’orrore mediatizzato si è fatto spettacolo quotidiano, l’efferatezza fa parte del carnevale, e lo sguaiato Barocco delle masse decerebrate ha preso il posto dell’altezzoso Gotico del secolo ventesimo.
Nell’attesa che qualcuno spenga il mega-schermo.
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