“capivo che i toni delle mondine nascevano dal fatto che stavano sempre col capo curvato all’ingiù, e quindi la voce saliva con poca compressione dal diaframma. E non potendo usare quello, il canto proveniva tutto dalla gola. Il contrario esatto di quanto mi avevano insegnato. E il fatto che la voce uscisse loro praticamente quasi «dagli zigomi», contro ogni teoria, finì per affascinarmi moltissimo, spingendomi a trascurare il canto accademico per abbracciare la tradizione orale.”
(Giovanna Marini, intervista con Gianfranco Capitta, Il Manifesto)
In Goodbye to Mezzogiorno, ricordando i gli anni passati nell’isola di Ischia, Auden scrive:
Though one cannot always
Remember exactly why one has been happy,
There is no forgetting that one was.
Se posso permettermi, lo traduco liberamente così:
Seppure non sempre ricordiamo perché,
non possiamo dimenticare
di essere stati stati felici.